Peperoncino in gravidanza
GRAVIDANZA

Peperoncino in gravidanza: si può prendere?

Quando una donna rimane incinta sono moltissime le domande sulla gravidanza che si pone in relazione al proprio stile di vita, soprattutto a proposito dell’alimentazione.

Sicuramente, esistono moltissimi alimenti che è bene eliminare dalla propria dieta durante tutta la gravidanza e l’allattamento; tra questi ci si interroga sul peperoncino, che a causa del sapore caratteristico si pensa potrebbe rientrare tra gli alimenti vietati.

In realtà il peperoncino si può utilizzare senza problemi durante la gravidanza; la credenza di un utilizzo vietato deriverebbe dal pensiero che la capsaicina, che è la molecola che a contatto con le pupille gustative genera il sapore piccante, possa nuocere al feto.

Si tratta di una paura priva di fondamento, ma è importante ricordare che durante una gravidanza la donna deve seguire una dieta equilibrata ed evitare di eccedere con qualsiasi tipo di alimento.

Generalità sul peperoncino e la gravidanza

Il peperoncino è un ortaggio nativo del sudamerica, naturalizzato pressochè in tutto il mondo.

È contraddistinto da un apporto nutrizionale abbastanza buono, anche se in generale se ne consumano delle quantità estremamente esigue come spezie o contorni.

È bene poi sottolineare che la gravidanza è una fase molto delicata nella vita di una donna, in cui eventuali complicazioni della madre potrebbero ripercuotersi sulla salute del nascituro.

Tra i vari fattori da tenere sott’occhio per quanto riguarda l’alimentazione ci sono le parassitosi, le intossicazioni chimiche e da contaminanti, le carenze nutrizionali o gli eccessi nutrizionali e l’assunzione di fattori tossici o stimolanti che possono alterare le contrazioni uterine.

Non è il peperoncino a fare male, ma l’eccesso!

Quello che causa problemi non è il peperoncino di per sè, ma un consumo eccessivo di questo ortaggio.

Le donne del sudamerica, paese di cui è nativo il peperoncino, ne consumano livelli elevatissimi anche durante la gravidanza, senza avere apparenti problematiche, forse per una questione di adattamento genetico.

Ma in generale, queste sono casistiche eccezionali e la statistica, al contrario, suggerisce che un quantitativo eccessivo di peperoncino causa effetti collaterali non indifferenti.

In particolare, sono due i fattori presenti nel peperoncino che possono interagire in maniera negativa con l’organismo: la capsaicina, che è quella responsabile del gusto piccante e le provitamine A, che sono responsabili del colore rosso.

La capsaicina è un alcaloide che, come già detto, è il responsabile del sapore piccante.

La capsaicina esercita anche un effetto di vasodilatazione sulla muscolatura liscia vasale arteriosa e capillare.

Proprio per questo motivo la capsaicina potrebbe favorire l’insorgenza e l’aggravamento di dei disagi al plesso emorroidario, che è situato in un distretto compreso tra l’ano ed il retto.

Inoltre, è bene considerare che nel corso della gravidanza l’organismo di una gestante subisce delle modificazioni, tra cui la modificazione del circolo venoso che può interessare anche il plesso emorroidario ed è proprio questa condizione che predispone all’insorgenza di infiammazioni e di ragadi anali sanguinanti.

Diverso è il discorso connesso alla presunta azione contrattile della capsaicina a livello della muscolatura uterina; un tempo si credeva che in procinto del parto l’assunzione di capsaicina inducesse le contrazioni, ad oggi si è dimostrato, invece, che al contrario la capsaicina rilascia endorfine.

La provitamina A è un’altra delle sostanze più abbondanti nel peperoncino.

Si tratta di una sostanza essenziale per il mantenimento dello stato di salute generale, ma l’eccesso può rappresentare un problema.

In particolar modo, dosi giornaliere superiori a 30 mg potrebbero causare un effetto teratogeno, ossia determinare difetti congeniti come malformazioni irreversibili.

Per superare i livelli consigliati si dovrebbero assumere 3.5 kg di peperoncino rosso al giorno, quindi un quantitativo estremamente elevato rispetto al consumo tipico.

In conclusione, il peperoncino si può assumere o no in gravidanza?

Quantità normali di peperoncino non causano problemi e non sembrano presentare controindicazioni mediche.

Si consiglia di evitare l’assunzione di peperoncino nelle donne che presentano gravi infiammazioni a livello delle emorroidi, in quelle che soffrono della sindrome del colon irritabile, considerando che in questi casi può provocare diarrea o stipsi.

Inoltre, come detto, in dosi normali di peperoncino la vitamina A non causa problemi, ma nelle donne che assumono integratori di provitamina A potrebbero essere superati livelli limiti con conseguenti problematiche.

Altre tematiche sulla gravidanza sono affrontate sul sito www.lineasalute.net